SUZANNE VEGA E LA CARAMELLA CIUCCIATA
Ecco qui, Luigia, una canzone per te di Suzanne Vega. Noi non siamo cresciuti in una citta con grattacieli, ma in Toscana, dove le linfe della malinconia pure attecchiscono, e le follie stanno nelle corti, nelle piccole strade di campagna, negli impulsi a volte incontrollabili dell’uomo che come il cane alla catena si morde le zampe perché è legato corto. Ricordi il proverbio? Sei legato corto, cioè come il cane credi di essere libero ma se vuoi andartene la catena ti fa capire che non puoi farlo e se scatti nella fuga il collare ti fa dare di balta… l’unico momento, da noi, che non eravamo legati corti, era l’infanzia… ora tutti sono legati corti in campagna e in città, ma io no, non lo fui. Ti mando un’immagine. Il bambino potrebbe essere Accio, che dall’argine del Serchio salta come un grillo, salta così tanto oggi di domenica che ti vede laggiù nella Terra di Ross, sei pallida, sei all’opposto del mio universo bambino di pensieri, e se tiro fuori la mia fionda, posso lanciarti la caramella che ho ciucciato mezza per asserbartela.
TUO - e per sempre - con la caramella mezza! A ogni età. Perché ogni età ha per noi un primo giorno non vissuto. E che tutto il resto del mondo vada a ruotare da un’altra parte.
Ma ora ascolta la canzone è così dolce…
ACCIO
°°°
SUZANNE VEGA
LUKA
Mi chiamo Luka
Abito al secondo piano
Abito sopra di te
Si penso che tu mi abbia già visto prima
Se senti qualcosa tardi la notte
Qualcosa come una confusione, qualcosa come una lotta
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Penso che sia perchè sono goffo
Cerco di non far rumore camminando
Forse è perché sono pazzo
Cerco di non comportarmi in modo troppo presuntuoso
Colpiscono solo finché piangi
Cerco di non comportarmi in modo troppo presuntuoso
Colpiscono solo finché piangi
E dopo questo, non chiedi perché
Non discuti più
Non discuti più
Non discuti più
Si penso di stare bene
Ho varcato di nuovo quella porta
Beh, se tu chiedi è quello che dirò
E in ogni caso non sono affari tuoi
Penso che mi piacerebbe stare da solo
Senza niente di rotto, niente di lanciato addosso
Non chiedermi come sto
Non chiedermi come sto
Non chiedermi come sto
Mi chiamo Luka
Abito al secondo piano
Abito sopra di te
Si penso che tu mi abbia già visto prima
Se senti qualcosa tardi la notte
Qualcosa come una confusione, qualcosa come una lotta
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Colpiscono solo finché piangi
E dopo questo, non chiedi perché
Non discuti più
Non discuti più
Non discuti più
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