LA BARCA SUL SERCHIO
Sull’onda del Serchio la nostra barca è addormentata,
come pensier nel sogno la vela è ripiegata,
come pensier nel sogno la vela è ripiegata,
il timone, qua e là, svogliatamente erra,
il barcaiolo Domenico ha portato, all’uopo,
albero, remi e vele; ma quella dorme sodo,
come una bestia, ignara del legame che la serra.
Le stelle si spegnevano nella pallida, azzurra aria,
la sottile bianca luna vi appassiva;
alla torre, alla caverna, all’albero, al burrato
il gufo il pipistrello sonnolenti avean volato.
Il giorno aveva acceso i rugiadosi boschi
E le rocce di sopra, e, sotto, la corrente
E le rocce di sopra, e, sotto, la corrente
E gli infiniti vapori foschi,
e all’Appennin la coltre delel aneve recente,
e, in una luce d’oro celeste avvolte,
le nebbie nelle caverne orientali eran raccolte.
(...)
SULL’UTILITA’ DEL BIGNAMINO ROMANTICO-DECADENTE
Nel mio viaggio verso l’Antartide per raggiungere Z. non ho una biblioteca con me, allora ho inventato, stamani, un Bignami, un bignamino, sugli autori romantici e decadenti da portare con me, e illustrandoli con pensieri-foto-disegni, farli conoscere a chi ha occhi per udire e cuore per trascrivere: Luigia Zamorano.
Inizio il bignamino romantico con la poesia di Shelley “La barca sul Serchio”. La traduzione di Rodolfo Quadelli è di quelle che si facevano nel primo novecento, adattando a rima italica i versi del poeta, ed è proprio questa patina di antico che dà all’incipit un che di favolistico, come fosse un dipinto di Fontanesi.
Claudio Di Scalzo detto Accio
5 settembre 2010
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On line a settembre-ottobre
DIREZIONE
Claudio Di Scalzo
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