Borraccia per il viaggio verso Luigia Zamorano - 1
I tre caratteri della letteratura minore sono quindi la deterritorializzazione della lingua, l’innesto dell’individuale sull’immediato-politico, il concatenamento collettivo d’enunciazione. Ciò equivale a dire l’aggettivo “minore” non qualifica più certe letterature ma le condizioni rivoluzionarie di ogni letteratura all’interno di quell’altra letteratura che prende il nome di grande (o stabilita). Anche chi ha la sventura di nascere nel paese d’una grande letteratura deve scrivere nella propria lingua come un ebreo ceco scrive in tedesco, o come un uzbeko scrive in russo. Scrivere come un cane che fa il suo buco, come un topo che scava la sua tana. E, a tal fine, trovare il proprio punto di sotto-sviluppo, un proprio storpiamento linguistico, un terzo mondo, un deserto tutto per lui.
Problema d’una letteratura minore e tuttavia anche nostro, di noi tutti: come strappare alla propria lingua una letteratura minore, capace di scavare il linguaggio e di farlo filare lungo una sobria linea rivoluzionaria? Come diventare il nomade, l’immigrato e lo zingaro (alla Heatcliff!, parentesi di Accio, PdA) della propria lingua? Kafka parla di strappare il bambino dalla culla, ballare su di una corda tesa.
Gilles Deleuze - Felix Guattari
da "Per una letteratura minore” - 1973
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fine settembre on line...
DIREZIONE
Claudio Di Scalzo
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Il viaggio verso il Polo Australe, verso Luigia Zamorano, l'Ultima avventura di Accio, è rischiosa, necessita di avere acqua, Maestri, per abbeverare nervi e muscoli e tracciare la via. Anche l'Olandese Volante , mi aiuterà nell'impresa, se salpo è prima di tutto per questo. Claudio Di Scalzo detto Accio
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