L'ESPLORATORE
FRATELLO DI BALDORIA NICOLAS
La pittura di Nicolas De Staël (San Pietroburgo 1914 - Antibes, 1955) è una favola tragica che ridà la vista all’animale uomo senza più paesaggio. Reinventa come vedere i “luoghi”. Da un angolo di studio a una città nel sud della Francia o dellla Sicilia. Ma non è questo che m’interessa, in questi giorni. Ce ne sono di critici d’arte a tutti gli angoli, spesso ciechi, ma ci sono! Questo pittore è un mio fratello di baldorie notturne. In quel Museo domestico che allestisco a certe ore. Di lui mi piace la generosità e la violenta fierezza, che sia frugale e smodato, colmo di slanci e indifferente a sera su quanto vorticato con pennelli pensanti al mattino. Luigia Zamorano dipinge. Sappia che questo pittore mi aiuta nell’impresa di raggiungerla. Ogni Autore morto se prende a fidarsi di chi vivo l'ha scelto come Fratello di baldoria porta in dono mestiere e segreti. I gonzi passano davanti ai quadri, collezionano riviste e visite ai musei, ma i Fratelli di baldoria, hanno altri scambi.
Da Nicolas De Staël, che accetterà anche che scherzi sul suo suicidio!, ricevo questi utilissimi frammenti: “ So cos’è la mia pittura al di là delle sue apparenze, della violenza, dei perpetui giochi di forza, è una cosa fragile nel senso buono del sublime, fragile come l’amore”. Perdinci! ho lasciato Hölderlin ammattito al Campo della Barra a Vecchiano che aspetta Diotima, e anche il pittore mi rammenta che dietro lo scatenarsi del gioco baldanzoso di ogni linguaggio che s’immagina passione c’è l’assoluta fragilità. Ben detto fratello spilungone. Ben detto fratello di baldoria per parquet e fogli capovolti. Ti incornicio un'altra scheggia di lettera che mi hai letto, dove se sostituisco la parola pittura con la parola scrittura mi s’addice, e poi chiacchieriamo guardando il buio della valle che sembra un grembo materno prima che ci nasca qualcosa di decente.
Da Nicolas De Staël, che accetterà anche che scherzi sul suo suicidio!, ricevo questi utilissimi frammenti: “ So cos’è la mia pittura al di là delle sue apparenze, della violenza, dei perpetui giochi di forza, è una cosa fragile nel senso buono del sublime, fragile come l’amore”. Perdinci! ho lasciato Hölderlin ammattito al Campo della Barra a Vecchiano che aspetta Diotima, e anche il pittore mi rammenta che dietro lo scatenarsi del gioco baldanzoso di ogni linguaggio che s’immagina passione c’è l’assoluta fragilità. Ben detto fratello spilungone. Ben detto fratello di baldoria per parquet e fogli capovolti. Ti incornicio un'altra scheggia di lettera che mi hai letto, dove se sostituisco la parola pittura con la parola scrittura mi s’addice, e poi chiacchieriamo guardando il buio della valle che sembra un grembo materno prima che ci nasca qualcosa di decente.
“Per tutta la vita ho avuto bisogno di pensare pittura per aiutarmi a vivere, liberarmi di tutte le impressioni, di tutte le sensazioni, di tutte le inquietudini per le quali non ho mai trovato altro sbocco che la pittura”.
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DIREZIONE DI SCALZO