domenica 23 maggio 2010

Proverbi Livornesi: Amore e sesso. A cura del pisano Claudio Di Scalzo che ne riconosce la genialità


                                           Piazzale Mascagni







Claudio Di Scalzo

PROVERBI LIVORNESI A CURA DI UN PISANO
(che ne riconosce la genialità)

Questi proverbi usano un linguaggio crudo, popolare. Impossibile usare sinonimi o censure: sarebbe come togliere parole ai versi del Belli. Proverbi talmente dissacratori, e non solo quelli sull’amore e il sesso, che il poeta toscano Giuseppe Giusti (Monsummano 1809 - Firenze 1850), che raccolse in un volume tutti i proverbi toscani, escluse proprio quelli livornesi. Giusti era inquietato dall'estremismo politico, repubblicano, garibaldino e protosocialista dei livornesi. Sentite cosa scriveva di questo popolo che s'affaccia sul Tirreno: “Avvezzi a vivere come animalacci sbucati di sottoterra, prendevano per dappocaggine o per viltà il fare garbato e la tolleranza fiorentina. La guerra contro il tedesco era una scusa per loro come per quegli che li avevan salariati: la vera guerra era ai beni dello stato”. Di diversa opinione lo scrittore Curzio Malaparte di Prato. “La parlata dei livornesi, larga, cadenzata, sonora, al tempo stesso violenta e dolce, mi pareva nascesse dall'ebbrezza di un sangue troppo vivo e ricco. Le parole uscivan loro di bocca già tutte fatte, rotonde, pienotte, si sentiva che provavan gusto a pronunziarle, a dar loro quell'accento, quella cadenza, quella forza”. Eroma di Vecchiano/Claudio Di Scalzo
   



                                                 AMORE E SESSO
     
Ha visto più schizzi lei che gli scogli di calafuria.

Il caldo del letto fa scorda' il caldo del petto.

Se donna 'un vòle, òmo 'un pòle.

Il culo vòr vede' l'omo in faccia.

'R bacio è 'na telefonata ar cazzo.

Tre cose 'un si sopportano: gioà di nulla, bacio di moglie
e caffellatte diaccio.

'R morvido spacca 'r duro.

La testa di sotto 'omanda a quella di sopra.

La fia ci fa, la fia ci sfa.

Meglio 'n quer corpo lì che 'n fanteria.

L'uccel dell'omo 'un fa ova.

La fia è un pozzo pieno di speranza.

L'amore 'un è bello se 'un c'è lo scorruccello.

Amà e 'un esse' riamato è come pulissi 'r culo senz'avé caato.

E belli mettano 'r pipi all'asta.

Sotto e' lenzoli un c'è miseria.

Piglia moglie e vai alla fonte.

'R miele passa, la luna resta.

A entrà so' zucchini, a uscì so' co'omeri.

Ogni bella scarpa diventa uno scarpone.

La donna è come la riotta, o cruda o cotta è sempre dura da digerì.

Meglio 'he nulla marito vecchio.

Lasciami chiavata.

Cazzo ritto un vor consigli.

'R cazzo 'un vol pensieri.





NOTA


Eroma di Vecchiano

è un personaggio vecchianese. E ciò basti

SU L'OLANDESE VOLANTE APPAIONO

ALCUNE SUE INTEMERATE 

PERFORMANCE NELL'EROS POPOLARE 


  


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