domenica 30 maggio 2010

Leda & Cigno: A Torre del lago Puccini il mio tuffo . A SARA PANE (3)





Mia Leda carezzarti diventa estenuante
per il bello che si smalizia e poi sospiro
mentre scopro quanto sedurre sia complesso
e l'attesa rimanga incerta, forse ti lascio
per altre acque, momentaneamente?, e tuffi,
sei gelosa della prospettiva architettata
dal beccuto Zeus
che poi sono? Cosa mi rispondi?

Buongiorno Cigno, fuori nei prati
appena spalmati d’aurora qualche zibellino evoca
filosofie naturali con scatti repentini.
Ho intuito il tuo rapporto stretto con la mitologia,
ma attenzione! a volte è un bracciale, con denti di tigre,
da portare con una certa cautela mentre ti penso.
     
Ahimè che spavento! Ne terrò conto a Torre del Lago dove sono diretto.
Non ci sono mai andato. Ma ho nel naso il mare, stasera.
Allora raggiungi il Tirreno! E il Lago di Massaciuccoli, ne godo con te,
se è così saprai tendermi agguati ...a sorpresa, anche da lì. 
Io adoro Torre del Lago...
la quiete che si respira nella sua maestosità, sicuramente consacrata
dalla presenza di Puccini, sembra voler annunciare una durata senza confini
...inviolabile per l'eternità, e quell' infinito percorso in mezzo al verde,
che lambisce il mare, dove pudicamente nuda m’aggiravo
solfeggiando la sua musica!
Ero sfiorata come da un alito,
mi entrava nel sangue e s’insinuava con soave dolcezza
fino a raggiungere la mia intimità, prendendola, senza mai violarla
senza offrirti il vuoto dopo, anzi attenuando la mia indicibile sete d’amore
senza pretesa di saziarla....

Elalà Leda, tu mi prendi per uno spirito ma sono di carne palpitante.
E anche discretamente pagano quanto ad eros, nuda ti ho vista
secoli fa nel fiune Erota e da allora la mia parte è possederti,
lo anticipano i dipinti, (a proposito conosci come ci dipinse
un pittore leonardesco nella tavola custodita agli Uffizi?),
ma se nella modernità il possesso si fa prima con l’anima indicami
se la tua è soffice come un qualsiasi altro pube e se le metafore
non sono una forma moderna d’anticoncezionale per frenare il mio fiotto...
chissà cosa partoriresti così, di certo non due uova con Castore e Polluce
e Clitemnestra e Elena. Bensì, tiro ad indovinare, un poemetto senza capo né coda…



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