lunedì 8 novembre 2010

Accio: L'albero Werther di Luigia Zamorano

     



L'ALBERO WERTHER
  
Cara Luigia Zamorano… siccome il Golem ha fatto uno scherzo di quelli terribili al mio pc fisso arrostendone l’hard disk (vedi in Tellusfoglio di oggi)... ti scrivo dal pc portatile che mi regalasti anni fa. Come immagine di sfondo sul desktop ho messo l’albero che tu chiamasti fotografandolo “L’albero Werther”. Poi con lo scanner ho ri-fotografato il tutto unendovi il nastro di carta bianca con sopra scritto il tuo nome e cognome. Che firma fotografia e pc ma soprattutto quanto non compare… e cioè un frammento di tua lettera dove mi scrivesti, mesi addietro: “... non ci sono alberi qui nella Terra di Ross all’Antartide, Accio, ma stanotte, anche per il dolore che provavo, ho pensato all’albero Werther che fotografai nella campagna *** con te, sarebbe adatto con attorno tanto ghiaccio e gelo!!! È un albero con molte fronde ma assolutamente chiuso nel suo egoismo verde, simile all’egotismo del personaggio da cui prende il nome e che ama tanto sconsideratamente la sua donna dandole un rimorso senza redenzione. Un albero così era da segarlo non da fotografarlo, o da suggerirmi di ucciderti, io!, sotto i suoi rami perché non scrivessi, emulandolo, tante assurdità romanzesche per poi far quasi morire me, prigioniera, qui!”


°°°





A novembre on line...

DIREZIONE

CDS



  

giovedì 28 ottobre 2010

Letteratura minore per l'Olandese Volante con Gilles Deleuze Perturbante - Cura di Claudio Di Scalzo per Sara Esserino




CDS detto Accio

 "Caos Dei Sensi ovvero Olandese nell'oscuro suono dei sensi
tra erbari fiori spume da narrazione minore" 

 Ottobre 2010 - Matite tempera collage di CD ritagliati su Carta 






Claudio Di Scalzo detto Accio

LETTERATURA MINORE PER L'OLANDESE VOLANTE


(con GILLES DELEUZE albero maestro)



Una letteratura minore non è la letteratura d'una lingua minore ma quella che fa una minoranza (un'agguerrita nave pirata on line come l'Olandese Volante?) in una lingua maggiore. Il primo carattere di tale letteratura è che in essa la lingua subisce un forte coefficiente di deterritorializzazione. (La lingua maggiore, on line, si è riprodotta, invece, come territori con la sola identificazione di un potere dato dai testi in faglie infinite uno sull'altro impedendo di scrivere in una lingua diversa da quella regnante su carta. E se nella Letteratura minore il fatto individuale è "politico", esso, in Rete, può diventare enunciazione collettiva, solidarietà attiva, rivolta, e ogni Autore-vita avrà la sua macchina-letteraria e sull'Olandese Volante vela)







VIDEO/LISA GERRARD - COME TENDERNESS  IL VASCELLO FANTASMA
   


Claudio Di Scalzo come Caos Dei Sensi

a Sara Esserino - Ottobre 2010

(acrilico matita bianca collage da CD ritagliati)



  
Gilles Deleuze
e
Pseudo Deleuze Vecchianese






DIREZIONE

Claudio Di Scalzo e Sara Esserino (?)



  


giovedì 7 ottobre 2010

Golem listato a lutto. AVVENTURE GOLEM e MARA ZAP


 
                                      CDS, "Golem listato a lutto" - 7 ottobre 2010



Sono il Golem con la sua faccia
Son qui sottoterra con paura quasi umana
Di non tornare più in luce spiaggia lontana
Perché m’incrocia il nero le braccia.


  Praga - 7.X.2010



 

Accio: Mondriano d'inediti estivi 1. PER SARA ESSERINO

 



MONDRIANO D'INEDITI ESTIVI 1

3 agos 009 da stag sulla monte mod da stagioni Sulla del sughero agili braccia vers la sponda del le dista Mi manc che ti parola bianca l’attimo svapor dell’amore Tesa


Noterella sopra un gioco di parole dettato dall'insonnia

Stanotte, in giro per la mansarda, e le stanze, ho tirato fuori dalla scatola alcuni quaderni estivi, degli anni passati, a ritroso fino al 2000. E li ho messi in fila. Non avevo intenti amichevoli verso di loro. Ho immaginato che a ricopiarli su file, decifrarli, mi ci sarebbero voluto anni, in più sarei stato preso dai rimorsi perché abbozzi di opere visive non sono state realizzate. Camminandoci sopra, scalzo, come ballerino del caos sui propri inediti, ho pensato: "O li butto via o ci invento qualcosa per riderne e così, per ora, si salvano!" Mi sono visto come un mandriano con quaderni da portare al pascolo. La loro disposizione sul parquet, i colori mi hanno ricordato Mondrian. L'idea scherzosa che li salvava stava comparendo. "Mondriano d'inediti estivi". Accio mondriano! Mi sono messo a ridere come uno scemo. In fin dei conti lì c'è anche il mio vissuto cardiaco.  Ho trovato degli adesivi in tela, strappato a caso alcune pagine dal quaderno 2009 agosto, ed è nata questa nuova pagina. Poi il testo irrimediabilmente cancellato dalla striscia colorata l'ho ricopiato monco. Amputato. Forse continuo fino a farne una serie. Mi sembra un bel gioco notturno. Forse.


ACCIO




Accio: Teatrino per due buste (a notte fonda). SARA ESSERINO

 





TEATRINO PER DUE BUSTE
(a notte fonda)

Busto non sei più come una volta
Quand’eri gentile e affettuoso!
Non m’ami più, lo sento, non so’ stolta
Non sei più il mio sposo!
  
Sopita la fiamma poi si raccende
Te lo dico in totale libertà
Son di Pisa e la verità pende
Ma ti amo con ogni mia età
   
Busta non sarai mai sola
Sei dentro quanto in me è parola


ACCIO

ORE 3,40



mercoledì 6 ottobre 2010

Accio: Buste a babbo. CANTILENA SPAVENTOSA PER SARA ESSERINO








Accio

Cantilena spaventosa per Sara Esserino




BUSTE A BABBO

Perché
Percà
Percò
Percù
Perchì
  
Babbino questa febbre
Che mai mercurio basso ebbe
Perché ghermisce il sangue
E la felicità langue?
Te lo chiedo come un architetto
Di buste in gramo palazzo
      Sto sotto alla palpebre d’un tetto
Son quasi nato, son pazzo

Ho sette mesi, 5 ombelicali perché
Chi va e chi viene sta con sé
 
°°°
 
Cantilena e filastrocca
Per babbo morto
  
ACCIO
Ore 4,50



  

martedì 5 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 6. A LUIGIA ZAMORANO

 

                                           Paesaggio mediterraneo



LA COMPLICITA’ DELL’OLIVETO


Olive nel pugno e guance graffiate. Contorti rami come scontroso è il tuo carattere, Luigia. Tra le foglie minuscole le perdute occasioni di cielo terso. Un gregge. Case sparse. Il muschio dove l’aia sta in ombra. In questo paesaggio mediterraneo s’avverte l’abbandono, uomini e donne sono andati lontano, via, è il tempo adatto perché prenda il loro posto, in questa notte, e Nicolas De Staël, mi regge il gioco, farà baldoria con me, e tu Luigia stai pure tranquilla, perché se bevo un po' più di vino, sotto gli olivi ci si dorme bene. Meglio che su di un canapè. Accio



                                                Fratello di baldoria Nicolas




 



 

Esploratore: Che Spavento Mamma mia. a LUIGIA ZAMORANO

 




CHE SPAVENTO MAMMA MIA
A TE M'INCHINO
TRA I TUOI DENTI
E LO SPAZZOLINO
VERRA'! LO VUOI!!
IL MATTINO?


ORE 3,30

ACCIO E PICCCOLO ACCIO


°°°


A una certa ora il Fratello di baldoria NICOLAS se ne va. Ha una vita più regolare della mia. E non ha problemi a trovar sonno. Così, tanto per far danzare i pennelli nel buio, ho fatto un disegno. Facendo un'esclamazione che poi ho trascritto sul foglio. Mi accorgo che ha un doppio senso. Ma ormai è fatta. Il grido soffocato si è perso nei corridoi. La mano ha scritto. La china è seccata. E io guardo se dormo un gocciolino prima delle sette che poi vado a lavorare.



  

lunedì 4 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 5. A LUIGIA ZAMORANO







L'ESPLORATORE

MEDITERRANEO COME PROMESSA

Stanotte baldoria mediterranea. Fienaie gialle, vento sulle scarlatte ramaglie  che scivolano verso l’azzuro del Midi e mura di calce bianca a sillabare lucertole guizzanti. Correresti con me sui viottoli dorati Luigia? Baldoria. Ignorando il gelo che sembra sia il nostro telegrafo quando dormiamo. Gli occhi di Nicolas de Staël sono sassi di confine. Basta guardare una foto. Ma non si capisce su cosa confinano. Si perse nel paesaggio solare del Sud della Francia, Luigia. I colori non li vide più. I colori diventano inutili se rivelano che c’è troppa eternità in quanto scopri.  De Staël cercava il colore che desse un supplemento d’anima anche all’inanimato.  Spatole, garze, pennelli piatti, trementina come lacrime a scavare nature morte, paesi, case dove i cani abbaiano al vento perché porta afrori di bestie in calore. Il 16 marzo 1955 decise di essere lui l’inanimato che il colore non salvava.  Faccio baldoria volentieri, Luigia, con chi ha idee estetiche che valgono soltanto il tempo di nascere vivere andarsene. Restano i quadri. I mediocri lasciano poetiche, introduzioni, saggi, qualche diploma. Quando ti porterò via da lì cercheremo un luogo di mare con i colori del nostro amico. Tuo Esploratore



                                                                                 Fratello di baldoria Nicolas




L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 4. A LUIGIA ZAMORANO







OSCILLARE IN QUADRO OSCILLARE DA LADRO

Questo paesaggio di Nicolas de Staël trattiene quanto è oscillazione perpetua del presente verso il passato e viceversa.  Acqua cielo terra al servizio di un segreto in me sommerso. Occultato.  Di questa città attraversata da un fiume sento che il verde degli alberi accoglie  nidi che rovesciai per sostituire gli uccellini implumi con l’arroganza di certe parole; quest’acqua è come la mia coscienza alla sorgente unitaria e ora flutti senza destinazione, anche fango! allora perché non torna alla sorgente e ripete il mio essere nel tempo differente per tornare uguale?  Nicolas de Staël è veramente con i suoi dipinti un fratello nella baldoria della nottata L’inutilità di queste ore grazie al suo dipinto conquistano l’inutile sbilenco sgocciolare dell’insonnia. Però pittorica.  Accio



                                          Fratello di baldoria Nicolas



  

sabato 2 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 3. A LUIGIA ZAMORANO

                

                                                Parc de Sceux


LA MISSIONE DELL'OLIO DI LINO PER NICOLAS

In questo parco ogni ombra si fida di me perché ombra sono. Meno. Velatura. Chi ha dipinto il Parco è morto a 41 anni suicida. Ora si fidano delle sue pitture, nei musei, nella case private, tutti si fidano di lui. Di Nicolas De Staël. Quando l’Autore rinuncia al divenire e si consegna all’immobilità della notte, ed è un grande artista, trova la reale percezione di sé. E delle cose che furono sue. Trova ascolto negli altri perché è assente. A volte si trova anche l’amore per assenza. L’opera che l’artista lascia è qualcosa in più di una semplice rivelazione estetica... diventa la testimonianza che sapeva abitare le forme della differenza. A costo di apparire poco fidato. Spostandosi in atti diversi e a volte contraddittori. Sentimenti come tavolozza. Povero pittore! Disperato pittore mio! Quante cose so di te stando in un quadro che dipingesti per inventarti la notte e il parco che la notte ospitasse dove scomparire.  Adesso di questo parco di Sceux si fidano. Chi ha gusto e una parete dove appenderlo si fida.  Lo curano, fidandosi, anche perché non devono irrigare né piante né aiuole, né cacciare talpe nel terreno. Di me devono fidarsi per forza, tengo insieme la rappresentazione più della cornice. Chi sono? Sono Olio di lino secco con cui furono diluiti i blu chiari e scuri, i verdi, i bianchi. E ho nostalgia di chi mi unì ai colori. 



                                                   Nicolas De Staël



  

venerdì 1 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 2. A LUIGIA ZAMORANO



                                     Nicolas De Staël - Les mouettes



L'ESPLORATORE

FINALINO CON FANALINO ALATO

Les mouettes dove vanno?  Non lo sapete dove vanno? Vanno dove l’aria pietosa sul mare sa ascoltare le favole dove sono morti tutti. E lì sbattono le ali: come se applaudissero. Io le vedo anche se dal mare sono lontano. CDS



  

Anonimo Vecchianese: Mia Signora Morte in due mosse. Nota di Claudio Di Scalzo detto Accio. 2007





MIA SIGNORA MORTE IN DUE MOSSE

(Prima mossa). Ci sono giorni in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Non sono pronto, non sono pronto. Altri in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono quei giorni in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere.

Ebbi in sorte
D’amare la morte
Trallallero Trallalà
Prima + seconda mossa
Per unica fossa

(Seconda mossa). Ci sono notti, in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Sono pronto, Sono pronto.
Altri giorni in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono momenti in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere. E io stare da un’altra parte assieme, finalmente, con qualcuno, un Dio?, una Donna Angelo?, che tanti secoli prima mi disse:

                                      “Vieni qui, fatti carezzare il viso,
                                       molto hai penato ma ora tutto è finito.
                                       Leggimi quello che hai scritto, era per me no?
                                       So quanto ti è costato.
                                       Anche la bellezza che nasconde
                                       e che qui trova il suo eterno specchio.”


°°°

Nota  di Claudio Di Scalzo detto Accio

Raramente, nella mia vita, ho ricevuto scrittura tanto potente e inquietante. Questo “Anonimo Vecchianese” ama la Morte, ne subisce il fascino, ne ama la presenza evocata o subita. Qui non c’è finzione letteraria. E se c’è il gioco è tutto nelle mani della “Signora” che, al massimo, offre due possibilità, quella nichilista e quella della fede nella trascendenza all’innamorato vittima, per un’unica posta: la fossa.
Di questo Anonimo, che sembra rammentarci che tutti lo siamo sulla scena del mondo, e che ospito in un cantuccio della Rete, ho scoperto, in un momento di assoluto sconcerto e forse di disperazione, l’identità. E’ la Morte stessa che fa la scrittrice. E che mi ha scritto. Che mi gioca. Che usandomi vi gioca. E che, in ogni momento, si potrà presentare a me, a voi, voi che leggete qui su pagine telematiche la sua bravura, alla vostra porta per chiedervi quale mossa v'interessa di più. Prima di scoprire, voi che leggete, che l’avete letta, se avete indovinato giusto.
Non credete sia così? E’ una mia allucinazione in calce a uno scritto tanto illuminante?

CDS
13 settembre 2007



 

giovedì 30 settembre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 1 - A LUIGIA ZAMORANO

 




L'ESPLORATORE

FRATELLO DI BALDORIA NICOLAS

La pittura di Nicolas De Staël (San Pietroburgo 1914 - Antibes, 1955) è una favola tragica che ridà la vista all’animale uomo senza più paesaggio. Reinventa come vedere i “luoghi”. Da un angolo di studio a una città nel sud della Francia o dellla Sicilia. Ma non è questo che m’interessa, in questi giorni. Ce ne sono di critici d’arte a tutti gli angoli, spesso ciechi, ma ci sono! Questo pittore è un mio fratello di baldorie notturne. In quel Museo domestico che allestisco a certe ore. Di lui mi piace la generosità e la violenta fierezza, che sia frugale e smodato, colmo di slanci e indifferente a sera su quanto vorticato con pennelli pensanti al mattino. Luigia Zamorano dipinge. Sappia che questo pittore mi aiuta nell’impresa di raggiungerla. Ogni Autore morto se prende a fidarsi di chi vivo l'ha scelto come Fratello di baldoria porta in dono mestiere e segreti. I gonzi passano davanti ai quadri, collezionano riviste e visite ai musei, ma i Fratelli di baldoria, hanno altri scambi.
Da Nicolas De Staël, che accetterà anche che scherzi sul suo suicidio!, ricevo questi utilissimi frammenti: “ So cos’è la mia pittura al di là delle sue apparenze, della violenza, dei perpetui giochi di forza, è una cosa fragile nel senso buono del sublime, fragile come l’amore”. Perdinci! ho lasciato Hölderlin ammattito al Campo della Barra a Vecchiano che aspetta Diotima, e anche il pittore mi rammenta che dietro lo scatenarsi del gioco baldanzoso di ogni linguaggio che s’immagina passione c’è l’assoluta fragilità. Ben detto fratello spilungone. Ben detto fratello di baldoria per parquet e fogli capovolti. Ti incornicio un'altra scheggia di lettera che mi hai letto, dove se sostituisco la parola pittura con la parola scrittura mi s’addice, e poi chiacchieriamo guardando il buio della valle che sembra un grembo materno prima che ci nasca qualcosa di decente.

“Per tutta la vita ho avuto bisogno di pensare pittura per aiutarmi a vivere, liberarmi di tutte le impressioni, di tutte le sensazioni, di tutte le inquietudini per le quali non ho mai trovato altro sbocco che la pittura”.





°°°



DIREZIONE DI SCALZO
 
 
 

mercoledì 29 settembre 2010

Accio: "Insensato". Sotto al tetto dell'Autore 1. A SARA ESSERINO

 

                                                                       "INSENSATO"



SOTTO AL TETTO DELL'AUTORE

Ho scoperto, in questi giorni, mentre tento di addomesticare il caos nella mia biblioteca che ha corpo  di scatole, libri in varie sedimentazioni tra Vecchiano e San Cassiano, invece che ordinate scaffalature,… come sotto copertine e pagine bianche e risvolti di libri letti abbia disegnato, nel corso degli anni, con matita, penna, acquarelli e chine un’infinità di illustrazioni, ex libris, scenette, bozzetti… così ho preso a cercare questa pista colorata, a volte anche cupa, di “danza sui cornicioni del testo”. Ed è sembrata ai miei occhi un’avventura mirabolante perchè poco considerata e rimossa. L'Investigatore domestico cerca il delitto della "lettura" deformata in piccole violenze, strappi, occultamenti. In questi giorni, anzi notti, rileggendo Hölderlin, anche per dialogare con Fabio Nardi che certi miei oli custodisce, sono riapparsi: “Insensato” ed “Ex-Libris/Ex-Cuore”. Li "vedo" degni di luce. Di pagina web. Di tela in questo inverno che s'avvicina. Se L'Investigatore domestico mantiene questa tenacia verso le tracce dello scalzo-macchiato-lettore! 
 


                                                  Ex-Libris/Ex-Cuore





martedì 28 settembre 2010

ALICE PAGES: La mia stagione Kitsch con solicello

   

                                                    Collage di Alice Pagès


LA MIA STAGIONE KITSCH

Solicello oggi. È tondo e caldo quasi come quello primaverile... con la colla e la foto di un bosco attiro la stagione presente e passata. Nel mio sconfinato silenzio riesco anche a guardarlo, e, mi pare che così bello non sia mai stato!

Non distinguo l'alba dal tramonto nel bosco con il sole incollato... sembrava un vantaggio un’ora fa; temo non lo sia. I colori sono gli stessi ma ho paura d'intricarmi con un demone a entrarci. Questo mi fa piangere. Non so neanche se le lacrime sono generate dalla gioia per lo scampato pericolo o dalla scoperta viltà.

Dormo ancora un po'... sul fianco… per ascoltare ogni mio respiro, e se mi sveglio che il sole è calato chissà cosa penserò.



Alice Pagès


°°°






L'insieme della produzione di Alice Pagès, mio rivelato eteronimo,  verrà da me curata, nella sezione "Tastiera Rosa Pallido", sull'Olandese VolanteClaudio Di scalzo



  

domenica 26 settembre 2010

Bataille: Istante/Accio: qui si fermano sospiri. FORMICA PUMA/SARA

 




  tuttavia, questo è l'istante . . . .
. . . . . . quello attuale, né la mia assenza
né io né la morte né la luce -
e la mia assenza e io la morte e la luce -
un riso leggero si alza in me come il mare,
riempie l'assenza immensamente.
Tutto ciò che è - E' TROPPO

Bataille
(da L'esperienza interiore)


°°°

 - - - -  qui si fermano
sospiri - - - - - - - - -
e foglie e ti aspetto e so
 - - - - - - - - - - - - - -
che non esisti  - - - - - 


Accio
(per una Formica-puma
animale misterioso
che un tempo avrei potuto incontrare
dove era caduta in basso loco la mia selvatichezza)



Suzanne Vega: Luka. A Luigia Zamorano assieme a mezza caramella di Accio


  
                                       Accio sull'argine del Serchio


SUZANNE VEGA E LA CARAMELLA CIUCCIATA

Ecco qui, Luigia, una canzone per te di Suzanne Vega. Noi non siamo cresciuti in una citta con grattacieli, ma in Toscana, dove le linfe della malinconia pure attecchiscono, e le follie stanno nelle corti, nelle piccole strade di campagna, negli impulsi a volte incontrollabili dell’uomo che come il cane alla catena si morde le zampe perché è legato corto. Ricordi il proverbio? Sei legato corto, cioè come il cane credi di essere libero ma se vuoi andartene la catena ti fa capire che non puoi farlo e se scatti nella fuga il collare ti fa dare di balta… l’unico momento, da noi, che non eravamo legati corti, era l’infanzia… ora tutti sono legati corti in campagna e in città, ma io no, non lo fui. Ti mando un’immagine. Il bambino potrebbe essere Accio, che dall’argine del Serchio salta come un grillo, salta così tanto oggi di domenica che ti vede laggiù nella Terra di Ross, sei pallida, sei all’opposto del mio universo bambino di pensieri, e se tiro fuori la mia fionda, posso lanciarti la caramella che ho ciucciato mezza per asserbartela.
TUO - e per sempre - con la caramella mezza! A ogni età. Perché ogni età ha per noi un primo giorno non vissuto. E che tutto il resto del mondo vada a ruotare da un’altra parte.

Ma ora ascolta la canzone è così dolce…

ACCIO

°°°


SUZANNE VEGA


                                                          LUKA

                                                   Mi chiamo Luka
Abito al secondo piano
Abito sopra di te
Si penso che tu mi abbia già visto prima
Se senti qualcosa tardi la notte
Qualcosa come una confusione, qualcosa come una lotta
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Penso che sia perchè sono goffo
Cerco di non far rumore camminando
Forse è perché sono pazzo
Cerco di non comportarmi in modo troppo presuntuoso
Colpiscono solo finché piangi
E dopo questo, non chiedi perché
Non discuti più
Non discuti più
Non discuti più
Si penso di stare bene
Ho varcato di nuovo quella porta
Beh, se tu chiedi è quello che dirò
E in ogni caso non sono affari tuoi
Penso che mi piacerebbe stare da solo
Senza niente di rotto, niente di lanciato addosso

Non chiedermi come sto
Non chiedermi come sto
Non chiedermi come sto
Mi chiamo Luka
Abito al secondo piano
Abito sopra di te
Si penso che tu mi abbia già visto prima
Se senti qualcosa tardi la notte
Qualcosa come una confusione, qualcosa come una lotta
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era
Non chiedermi cos’era

Colpiscono solo finché piangi
E dopo questo, non chiedi perché
Non discuti più
Non discuti più
Non discuti più





Marco Pachi - ROSA MOLLICA: L'importanza del giallo






L'IMPORTANZA DEL GIALLO

Campo di margherite. Gialle.
Lì ti aspettavo. Vestita
Di petali gialli.
Tu sei arrivato. Come il sole.
E mi hai travolto nel giallo.
Poi ho aperto gli occhi
Nel campo di margherite
E tu mi porgevi la gialla
limonata. L'ho rifiutata.
Meglio il sogno solare.
Mi hai uccisa. Ora siamo in due
nel giallo dell'estate.


Marco Pachi -


°°°



ai primi di ottobre on line...

DIREZIONE

/CLAUDIO DI SCALZO


  

sabato 25 settembre 2010

Livorno. Album per Luigia Zamorano





Livorno dove stridono i sensi da scoglio a scoglio
appare e ti voglio dove l’acqua fa giorno

A Luigia Zamorano
Accio H.





venerdì 24 settembre 2010

L'esperienza interiore. Borraccia per il viaggio verso Luigia ZAMORANO. - 3

 



L'ESSENZIALE  E'  INCOFFESSABILE


Ciò che non è servile è incoffessabile: una ragione per ridere, per...: lo stesso vale per l'estasi. Quel che non è utile deve nascondersi (sotto una maschera). Un criminale morente formulò per primo questo comandamento, rivolgendosi alla folla: "Non confessate mai".

GEORGES BATAILLE


°°°
 






DIREZIONE


Claudio Di Scalzo




domenica 19 settembre 2010

L'esperienza interiore. Borraccia per il viaggio verso Luigia ZAMORANO. - 2

  



“Insegno l’arte di volgere l’angoscia in delizia”, “glorificare”; tutto il senso di questo libro. L’asprezza che è in me l’”infelicità”, è solo la condizione. Ma l’angoscia che si trasforma in delizia è ancora l’angoscia: non è la delizia, non la speranza è l’angoscia che fa male e forse decompone. Chi non “muore” per il fatto di non essere che un uomo sarà per sempre solo un uomo.

Tremante. Restare immobile, in piedi, in un’oscurità solitaria, in un atteggiamento senza gesto da supplice; supplica ma senza gesto e soprattutto senza speranza. Perduto e supplice, cieco mezzo morto. Come Giobbe sul letame, ma senza immaginare nulla, a notte calata, disarmato, sapendo che tutto è perduto.

A me idiota, Dio parla bocca a bocca: una voce come di fuoco viene dall’oscurità e parla – fiamma fredda, tristezza bruciante – Alla supplica, quando vacillo, Dio risponde (come? Di chi ridere nella mia stanza?...). Io sono in piedi, su cime diverse, così tristemente scalate, le mie differenti notti di terrore si urtano, si accavallano, si congiungono e queste cime, queste notti… gioia indicibile!... mi fermo. Sono? Un grido - cado riverso.

                                          Accio cerca la sua pulsazione interiore


da BATAILLE: L'ESPERIENZA INTERIORE




The Stranglers: Always the sun. Per Luigia Zamorano con poesiola

 

                                                    Facile Impressionismo


                                           SOLE E SOLICELLO POETICO

Luigia, il sole alpino, di questa giornata settembrina mi ha spinto verso una canzone degli Stranglers, 1987, ed il video correlato soleggia continuamente le nostre pupille a visionarlo; a questo ci ho appiccicato, è proprio il caso di dirlo, una poesiola dal "facile simbolismo" e un disegno dal "Facile impressionismo"… ti dedico l’azzardato trio  .


                                            FACILE  SIMBOLISMO
 
                                      Sempre il sole brucia ogni parola
                                  scommessa sul fumo di segnalarmi
                                           calato dietro alla collina.
                                                       Al buio

A LUIGIA Z.
19 settembre 2010



THE STRANGLERS - ALWAYS THE SUN





Per una letteratura minore. Borraccia per il viaggio verso Luigia Z. - 1






Borraccia per il viaggio verso Luigia Zamorano - 1

I tre caratteri della letteratura minore sono quindi la deterritorializzazione della lingua, l’innesto dell’individuale sull’immediato-politico, il concatenamento collettivo d’enunciazione. Ciò equivale a dire l’aggettivo “minore” non qualifica più certe letterature ma le condizioni rivoluzionarie di ogni letteratura all’interno di quell’altra letteratura che prende il nome di grande (o stabilita). Anche chi ha la sventura di nascere nel paese d’una grande letteratura deve scrivere nella propria lingua come un ebreo ceco scrive in tedesco, o come un uzbeko scrive in russo. Scrivere come un cane che fa il suo buco, come un topo che scava la sua tana. E, a tal fine, trovare il proprio punto di sotto-sviluppo, un proprio storpiamento linguistico, un terzo mondo, un deserto tutto per lui.

Problema d’una letteratura minore e tuttavia anche nostro, di noi tutti: come strappare alla propria lingua una letteratura minore, capace di scavare il linguaggio e di farlo filare lungo una sobria linea rivoluzionaria? Come diventare il nomade, l’immigrato e lo zingaro (alla Heatcliff!, parentesi di Accio, PdA) della propria lingua? Kafka parla di strappare il bambino dalla culla, ballare su di una corda tesa.


Gilles Deleuze - Felix Guattari
da "Per una letteratura minore” - 1973
 

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Il viaggio verso il Polo Australe, verso Luigia Zamorano, l'Ultima avventura di Accio, è rischiosa,  necessita di avere acqua, Maestri, per abbeverare nervi e muscoli e tracciare la via. Anche l'Olandese Volante , mi aiuterà nell'impresa, se salpo è prima di tutto per questo. Claudio Di Scalzo detto Accio

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fine settembre on line...


DIREZIONE



Claudio Di Scalzo



 

sabato 18 settembre 2010

Con le mie lacrime. A Luigia Zamorano

 



CON LE MIE LACRIME

Luigia, Luigia mia, stasera niente classica ma un classico dei Rolling Stones, “Con le mie lacrime” classico della canzone d’amore cantata in italiano, l’unica volta, dalle sguaiate pietre rotolanti. La formazione era quella originaria con Braian Jones. Al sitar. La canzone “As tears go by” era cantata anche da Marianne Faithfull. Legata al cantante Mick Jagger. Questo fu il primo disco da me acquistato in assoluto. E lo ascoltavo in continuazione. Accio nel 1966 si scopriva adolescente molto sentimentale. Cercavo forse un amore su cui spargere, romanticamente, lacrime? o più realisticamente una ragazzina che somigliasse Marianne? Chissà. Stasera questo ricordo è tornato a me, con la semplicità che ha il giallo della foglia settembrina ad affidarsi al rosseggiare del tramonto. Attimo d’intesa, tra un’unghia della flora e un coriandolo di nuvola, prima del buio. Accanto alle lacrime. Accio

ROLLING STONES “Con le mie lacrime”
 


Marianne Faithfull - As Tears Go By (1965)


 
 
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a fine settembre on line...
 
 
 
 
 

venerdì 17 settembre 2010

Glenn Gould: Adagio un poco mosso dal Concerto n. 5 “Imperatore” di Beethoven. A Luigia Zamorano

  



SOLDATINI NAPOLEONICI AL POLO SUD PER LUIGIA ZAMORANO


Luigia,…un frammentino del secondo movimento, "Adagio un poco mosso", del Concerto numero 5 per pianoforte e orchestra di Beethoven. Al piano Glenn Gould che fa il pesce tra note sublimi lui stesso uomo adatto a stare negli elementi più eterogenei della vita. Questo Concerto lo avverto nella sua interezza vitalistico, e vivaddio se tu non hai bisogno di slancio lì tra i ghiacci. Sugli avvicendamenti melodici non so esprimermi, però mi permetto di rimediare con dei soldatini napoleonici che vengono verso di te ben ambientati nel bianco per dirti che Accio il suo spirito da battaglia te lo consegna con questo stravagante drappello e come Stendhal sottoscrive che uno scrittore per la sua donna in pericolo deve essere soldato nel difenderla - Ti saluto nella sera togliendomi il cappello e facendo tintinnare la sciabola. Duellante per te.


GLENN GOULD
Frammento dall'Adagio un poco mosso del Concerto n. 5 “Imperatore” di Beethoven.
A Luigia Z

http://www.youtube.com/watch?v=3GSk-rJjSJo


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Luigia...ho trovato on line un video più ampio dell'esecuzione di Gould... così lo ascoltiamo assieme... ti dedico tutte ma proprio tutte senza sapere bene cosa sono le scale cromatiche dell'Allegro.
Accio
  

Glenn Gould - Beethoven's "Emperor" Concerto 1/4