MIA SIGNORA MORTE IN DUE MOSSE
(Prima mossa). Ci sono giorni in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Non sono pronto, non sono pronto. Altri in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono quei giorni in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere.
Ebbi in sorte
D’amare la morte
Trallallero Trallalà
Prima + seconda mossa
Per unica fossa
(Seconda mossa). Ci sono notti, in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Sono pronto, Sono pronto.
Altri giorni in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono momenti in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere. E io stare da un’altra parte assieme, finalmente, con qualcuno, un Dio?, una Donna Angelo?, che tanti secoli prima mi disse:
“Vieni qui, fatti carezzare il viso,
molto hai penato ma ora tutto è finito.
Leggimi quello che hai scritto, era per me no?
So quanto ti è costato.
Anche la bellezza che nasconde
e che qui trova il suo eterno specchio.”
°°°
Nota di Claudio Di Scalzo detto Accio
Raramente, nella mia vita, ho ricevuto scrittura tanto potente e inquietante. Questo “Anonimo Vecchianese” ama la Morte, ne subisce il fascino, ne ama la presenza evocata o subita. Qui non c’è finzione letteraria. E se c’è il gioco è tutto nelle mani della “Signora” che, al massimo, offre due possibilità, quella nichilista e quella della fede nella trascendenza all’innamorato vittima, per un’unica posta: la fossa.
Di questo Anonimo, che sembra rammentarci che tutti lo siamo sulla scena del mondo, e che ospito in un cantuccio della Rete, ho scoperto, in un momento di assoluto sconcerto e forse di disperazione, l’identità. E’ la Morte stessa che fa la scrittrice. E che mi ha scritto. Che mi gioca. Che usandomi vi gioca. E che, in ogni momento, si potrà presentare a me, a voi, voi che leggete qui su pagine telematiche la sua bravura, alla vostra porta per chiedervi quale mossa v'interessa di più. Prima di scoprire, voi che leggete, che l’avete letta, se avete indovinato giusto.
Non credete sia così? E’ una mia allucinazione in calce a uno scritto tanto illuminante?
CDS
13 settembre 2007