L'ESPLORATORE
MEDITERRANEO COME PROMESSA
Stanotte baldoria mediterranea. Fienaie gialle, vento sulle scarlatte ramaglie che scivolano verso l’azzuro del Midi e mura di calce bianca a sillabare lucertole guizzanti. Correresti con me sui viottoli dorati Luigia? Baldoria. Ignorando il gelo che sembra sia il nostro telegrafo quando dormiamo. Gli occhi di Nicolas de Staël sono sassi di confine. Basta guardare una foto. Ma non si capisce su cosa confinano. Si perse nel paesaggio solare del Sud della Francia, Luigia. I colori non li vide più. I colori diventano inutili se rivelano che c’è troppa eternità in quanto scopri. De Staël cercava il colore che desse un supplemento d’anima anche all’inanimato. Spatole, garze, pennelli piatti, trementina come lacrime a scavare nature morte, paesi, case dove i cani abbaiano al vento perché porta afrori di bestie in calore. Il 16 marzo 1955 decise di essere lui l’inanimato che il colore non salvava. Faccio baldoria volentieri, Luigia, con chi ha idee estetiche che valgono soltanto il tempo di nascere vivere andarsene. Restano i quadri. I mediocri lasciano poetiche, introduzioni, saggi, qualche diploma. Quando ti porterò via da lì cercheremo un luogo di mare con i colori del nostro amico. Tuo Esploratore
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