mercoledì 5 febbraio 2025

Margherita Stein: Infernalia rivoluzionaria dopo la Prima Comunione. Da Tellusfolio (2005-2010)

"Margherita Stein sulla porta specchio della Traduzione ti ho scorta"
Foto CDS fidanzato con banditessa. 1979





Margherita Stein

 Infernalia rivoluzionaria di Rimbaud dopo la prima Comunione. 


Per una sorta di castrazione anche patetica in tanti nella sinistra intellettuale, nei palchi bassi, del teatro universitario-giornalistico-editoriale, hanno indossato la cappa dei fedeli al Dio Vaticano in terra, macchiandola di rosso, il loro ultimo rosso, dopo l’evirazione del fallo rivoluzionario, o ritenuto tale. Infatti la “mosceria” intellettuale italiana ha episodi ingloriosi. Sorvoliamo. Mi si permetta, in forma esplicativa, questa traduzione da “Una stagione all’inferno” di Rimbaud. Uno che dopo la Comunione ha radicalizzato l’esistenza-testualità in totale distacco dal Cattolicesimo. Da meditare la crepa rimbaudiana. Fatale nel pensiero sul sacro occidentale. Ho tradotto, in azzardo, “je ne puis comprendre la révolte” con incomprensione verso la rivoluzione. "Sforzo e piego" Arthur Rimbaud ad anticipare la corrrente anarchica stirneriana che vaticinò la ribellione, anche animalesca del proprio Io, contro ogni architettura ideologica a guida marxista e poi leninista. Strappo alla correttezza della brava traduttrice per compiacere Claudio Di Scalzo e le sue fumisterie comuniste bascullate tra eteredossia ed ortodossia, in luoghi vari tra L'Engadina e la Val di Serchio e pellegrinaggi franciosi con la complicità della filosofia religiosa che gli asperge, marca Kierkegaard o Schelling, sul capo un angelo svizzero. Al sicuro mi sembra. E che Rimbaud avrebbe preso a sputi con la pipetta. (MS, fine anni Settanta. Il riferimento è a Karoline Knabberchen.)




Margherita Stein nel nudino calato costumino
in omaggio a Rimbaud bambino.
Foto CDS 1978





MAUVAIS SANG

(…)


   Si j'avais des antécédents à un point quelconque de l'histoire de France!
   Mais non, rien.
   II m'est bien évident que j'ai toujours été race inférieure. Je ne puis comprendre la révolte. Ma race ne se souleva jamais que pour piller; tels les loups à la bête qu'ils n'ont pas tuée.
   Je me rappelle l'histoire de la France fìlle aînée de l'Eglise. J'aurais fait, manant, le voyage de terre sainte; j’ai dans la tête des routes dans les plaines souabes, des vues de Byzance, des remparts de Solyme; le culte de Marie, l'attendrissement sur le crucifié s'éveillent en moi parmi mille féeries profanes. - Je suis assis, lépreux, sur les pots cassés et les orties, au pied d'un mur rongé par le soleil - Plus tard, reître, j'aurais bivaqué sous les nuits d'Allemagne.
   Ah! encore: je danse le sabbat dans une rouge clairière, avec des vieilles et des enfants.
  Je ne me souviens pas plus loin que cette terre-ci et le christianisme. Je n'en finirais pas de me revoir dans ce passé. Mais toujours seul; sans famille; même, quelle langue parlais-je? Je ne me vois jamais dans les conseils du Christ; ni dans les conseils des Seigneurs, - représentants du Christ.
   Qu’étais-je au siècle dernier: je ne me retrouve qu’aujourd'hui. Plus de vagabonds, plus de guerres vagues. La race inférieure a tout couvert - le peuple, comme on dit, la raison; la nation et la science.
   Oh! la science! On a tout repris. Pour le corps et pour l’âme, - le viatique, - on a la médecine et la philosophie, - les remèdes de bonnes femmes et les chansons populaires arrangées. Et les divertissements des princes et les jeux qu’ils interdisaient! Géographie, cosmographie, mécanique, chimie!...
   La science, la nouvelle noblesse! Le progrès. Le monde marche! Pourquoi ne tournerait-il pas?
   C'est la vision des nombres. Nous allons  à l’Esprit. C'est très-certain, c’est oracle, ce que je dis. Je comprends, er ne sachant m’expliquer sans paroles païennes, je voudrais me taire. (…)








Se avessi almeno degli antecedenti nella storia patria, in un punto, qualsiasi!
Ma no, vuoto.
Lampante, schiarente, in tutto, che appartengo alla razza inferiore. Non posso comprendere la rivoluzione. La mia stirpe contempla la ribellione soltanto per predare: come fanno i lupi con la bestia non uccisa da loro.
Ripenso la storia della Francia, figlia primogenita della Chiesa. Avrei compiuto da contadinotto il viaggio in Terra Santa; ho in testa certe strade sulle pianure di Svevia, certi panorami di Bisanzio, torrioni di Solima; il culto della Vergine, l’intenerimento sul Crocifisso si ridestano in me tra fantasmagorie profane in numero di mille. – Sto accovacciato, lebbroso, sui piatti rotti e le ortiche, canto un muro calcinato dal sole. Più tardi, soldataccio, avrei nelle tedesche notti bivaccato.
Ah! Di più: in una radura rossastra il sabba roteo con vecchie e pargoli.
Non riesco  a ripensare oltre questa mia terra e del cristianesimo. Senza fine rivedermi in questo passato. Però sempre in solitario; senza famiglia; anzi quale lingua parlavo? Nei precetti del Cristo non riesco mai  a riconoscermi: neppure nei disegni dei Signori, - rappresentanti del Crocifisso.
Nel secolo scorso che cos’ero? Mi ritrovo solamente oggidì. Non più vagabondi, finite le guerre vaghe. Il popolo, la ragione e la scienza, compresa la nazione, sono stati ricoperti – come suol dirsi - dalla razza inferiore.
Oh oh la scienza! Tutto è stato ripreso. Adatti al corpo, adatti all’anima – viatico! – ci sono la medicina e la filosofia – rimedi da comari come le canzonette riadattate.  Compresi i divertimenti dei principi e i giochi da loro proibiti! Geografia, cosmografia, meccanica, chimica!...
Scienza, innovativa nobilta! Il progresso. Cammina il mondo! Perché mai non dovrebbe girare?
E’ la visione dei numeri. Procediamo verso lo Spirito. E’ fatto certo, oracolare, quanto pronuncio. Intendo, e non riuscendo nella spiegazione senza motti pagani, vorrei tacere.


                                                                         Margherita Stein
  


Da Une saison en enfer, Una stagione all’inferno.

Traduzione e nota comparsa nella sezione “Discorso amoroso” di TELLUSFOLIO (giornale telematico 2005-2009 fondato  e diretto da Claudio Di Scalzo)







Sara Esserino: “Andromaca" di Panokatos da Samo ". 2010. Antologia di poesia al balzo per Accio, 2

"Dionisella esposta in appartamento sulla costa a Marinella"
Settembre 2010 - Foto CDS




Dionisella Esserino - 2010 - Foto cds







ANDROMACA


Coro:

Chi è colei candido piede
Che vaga già ombra tra queste stanze
E rifugge il grido di battaglia
E non si nasconde
E non si espone?

Andromaca:

Io sono! Io sono colei che
Stanca, stanca di guerra, muove
Il candido piede e depone le armi
A ritmo del ditirambo che Dioniso
Ha insegnato sui monti ai vecchi pastori.
Stanca! Stanca di veder erigere mura
E solidi bastioni, stanca di veder mutare
Il sentire degli uomini a difesa di questa mura,
Chiedo alle donne tutte di alzare il tirso,
Slegare i capelli sulle spalle ben tornite
E scuotere forte il cembalo,
Chiamare il Dio Bambino che la guerra ignora!

Io sono colei che non si nasconde,
Che non si espone.


Framm. Panokatos da Samo "Andromaca", 375 a.C circa. Versi 185-205



 da
Antologia di poesia al balzo per Accio, 2




Claudio Di Scalzo: Maglieria intima a Silvae Lo


Silvae Lo signora Decò
Foto CDS 2003




MAGLIERIA INTIMA

 a Silvae Lo My Wife

               

Diversi sono i modi in cui l’Amore tocca l’anima

Risuona oh sì se risuona in pena e gaudio

Ciascun tipo d’amore ha funzione-scopo-necessità

(e fiorisce sulle labbra l’impossibilità di

combinare alcunché di diverso)

Amore toccami governatore di flora e fauna

Blandiscimi Amore rovescia il mondo

In me nell’illusione. Alla parola come profondità

Ah il tepore della tua lontananza

Anche nel petto si fa montagna da scalare

Vertigine in rossa mano conformata

E accesa accogli lei che amo. Accoglila

Nella nostra limitata realtà dove piovono le frecce di Eros.

Come grandinasse ciò ch'è stato dettato una sola volta.

Intanto scolpisco – ma dove? – sui polpastrelli

Che la passione erotica è matta meteorologia in Amore.

Semplifico, m’annuncio, come fa la nuvola gonfiandosi

Sopra la casupola e sgusciando nell’aria gocce,

Cincischiando col sole che le brucia in pancia.

L’eros costringe l’anima innamorata a reagire, a cercare

Un rapporto con la passione che la possiede. Dove l’aria diviene bianca

Intinta nel pallore dell’altro - sarà la fronte di Paolo verso Francesca

L’archetipo di tale temperie? – e ogni oggetto sa di polpa fruttuosa,

Cominciano gli scalini insidiosi, e oscuri, dello sfondo mitico di ogni amore.

Lo so lo so lo so… è facile ammetterlo, come capire che la terra vangata

Si mescola all’aria e che la porpora della rosa

Ha relazione col verde dello stelo.

Ma in questa maglieria intima che mi confeziono, calda,

Per l’inverno che verrà, posso rammendare da qualche parte,

E rammentare anche, che la passione d’amore è una malattia iniziatica.

Pulsa e punge il telaio dove l’intimità lanosa tesso: ha occhi per vedere,

Gola per ingoiare, polmoni per respirare: le tue ciglia

Nel fango della disperazione (la lontananza ti fa questo effetto), succhio

Le tue unghie sulla foto che conservi, respiro l’aculeo del tuo profumo.

E Denis de Rougemont posandomi il braccio

Sulla spalla, m’informa, che mi sto esaltando, e tu con me,

In una sorta d'eloquio dei sensi e dell’immaginario. Siamo legati,

Intessuti, direi spremuti nel gomitolo colorato del molteplice

Che fugge srotolandosi, dentro al “cerchio magico” dell’amore impossibile!

Nel calore condiviso, e nel colore pennellato, soffice a ogni latitudine

Della giornata, della passione violenta e senza sbocco.

Sembra che oltre noi stessi, nella temperie anche del tocco lieve delle labbra,

Come testiera del letto o dell’arco collinare, compaia, sempre,

Il mito di Tristano e Isotta. Inconscia matrice archetipica, della civiltà

Occidentale. Questo pensiero, anche letterario, ci restituisce le nostre ombre

Amorose, felpate, tessute, nel mormorio di un principio, ah quanto estenuato,

Di mal d’amore.

Sospiri incruenti.

Che son fuori dal tempo, ansanti e tondi

Come monete di nuovo conio.

Risuono in te con te con tutto il flettere

Ribaldo e vuoto.

Altrimenti che assente-cercato sarei?

Esperiamo insieme il Mito, intendi? Sulla lamina di un rigo

Segatura per pianto marca Tristano & Isotta apriamo gli occhi

Universalizzando l’anima nella nostalgia. Inseguiamo, insieme,

Di ostacolo in ostacolo

Quanto non può essere raggiunto. L’amore impossibile.

Sembra quasi un mostro, diciamo un drago ch'è meglio,

A est dell’abisso della nostra nascita

Senza un perché.

Sposi nella lucida, spalmabile in ogni clima, caduta dell’uno

Nell’altro, anche zoppicando fa lo stesso, siamo trasportati

Oltre la coscienza dei limiti umani, verso un assoluto indicibile,

Sede di ogni infiammazione dell’io nobile, cerchiamo la coscienza

Indifferenziata dell’esistere.

Saltiamo i terremotati giorni come la pulce sulla mano valica

La linea della vita breve, e, sempre stando al De Rougemont,

Diventiamo complici: riflettendo il nostro svanire in ossa, muscoli,

Anche cardiaci, pelle liscia, nella fascinazione

Esemplare, anche per i dottori che cureranno la nostra follia, del tutto

E in tutto immaginativa: qui, da non crederci!, rimaniamo soli ed esiliati.

Sia lode al rammendo per maglieria amorosa

Che afferma, ahinoi, la quantità

Perenne dei guai e lai dell’unione che volemmo prima ancora d’incontrarci.

 

Silvae Lo My Wife 
"cucinata reflex nuda triglia sex che mi piglia"
Foto CDS, 2003 



 

Il nostro amore (da diritto e da rovescio: se tu sei il mare diventi la spiaggia,

Se io la tellina tu l’onda, se tu la sabbia io il secchiello,… e questi esempi

Sono per la scuola elementare e i corsi di poesia) si mutua

Su di un doppio inganno, saliamo in ascensore e scendiamo

In una cascata di rimpianti futuri. Saranno pronti a intimarci

I nostri speculari narcisismi.

Faremo spallucce. Anche in tempo di melodramma televisivo?

E se la vampa dell’amore ci dissolverà, fino alla cenere, fino alla polvere,

Fino all’urna funeraria della disperazione, diremmo, lo dici con me,

Che abbiamo profumato la compitezza mitica. Il trascendente

Oltre la vita quotidiana, e che reggeremo

Tutto l’incompatibile oltre la finestra rotta degli obblighi,

Per rispettare la nostra legge.

“Che tormento!, mi dici, trovare una collocazione nel quotidiano,

Che noia scoprire

Negli altri sempre dei limiti. Ma davvero mi conduci, e ti conduco,

Nell’esistenza obliqua e perdente del febbrile

Rispecchiamento che apre all’impossibilità

Di vivere insieme?”

Certo falliremo, amore mio. Che altro posso risponderti.

Però la psiche è paradossale. Sembra che dopo la nostra morte

Di sposi, rinasceremo, più mansueti.

Al vivere con noi stessi in modo più umile e differenziato.

Si calmeranno i tamburi notturni sulla corteccia dell’Es.

Lasceremo sui bordi di lenzuola

Ricamate la follia amorosa.

Lo vedi?, Lo senti al tatto? Potrò chiederti. Tu in silenzio annuisci,

Col collo reclinato.

Il rammendo nella maglieria delle nostre anime ci sembrerà

Un rattoppo necessario e passeggero. E svenderemo il libro di Tristano e Isotta

A qualche bancarella sui Lungarni. Ce ne sono ancora? Ci sono mai state?

 

Claudio Di Scalzo

dall'annuario TELLUS 29 "FEBBRE D'AMORE", 2008





martedì 4 febbraio 2025

Sara Esserino neo-neogreca : “Frammenti d’autunno a Mileto" - 2010. Antologia di poesia al balzo per Claudio Di Scalzo 2.



Sara Esserino
"Dionisella  nella pineta a Marinella" 
 Agosto 2010




FRAMMENTI D'AUTUNNO A MILETO
NELLA ROTONDA STAGIONE

1
Vita che palpita in me (non mia per possesso), sebben desideri che tu sia mio!, e aborro oltremodo questa possibilità, perché solo oltre il possesso io t'amo!

2
Tu esci dove la conoscenza vibra ciocca sulla fronte - - - se ne hai desiderio e tempo - Per ristabilire i piedi le spalle la testa a Mileto, poiché il logos ventoso Kens (da cui il latino censere, decretare, ndc) indomito e senza il mare non può stare in pace.

3
Questo mutamento? Me lo annunci dopo? - -  Nella calamità e nell’ombra si distorce la geometria dei barbari.

Quando ti chiamo appare l’orizzonte – esso lega le cose nascoste e il fenomeno della vela gonfia di Borea (vento sull'Egeo NdC).

4
Te lo ricordi il vortice col dito elevato  verso il cosmo? L'ho mescolato con le stirpi mortali quest'estate. Te lo ricordo ora perché mi par quasi abbia assunto più senso!

5
A  dopo nel sentimento della meraviglia – risposta contemplata succo colante – a Samo atto chiama ancora (noi) nella luna nuova - - -

6
Qui è autunno nell’apparenza che curva verde e scollina – sassi rovesciati nel piano non possono predicare alcunché - - -  l'autunno è bello solo dopo che ti ci sei abituata  ma quando irrompe così dentro l'estate macula spallata troppo forte in mezzo alla folla del tempio.

7
Sei tornato! Sei tornato dalla tua fanciulla nella casa che necessariamente appare – sei tornato dalla tua fanciulla - poso la veste sul greto del fiume - che gioca nell’ordine del tempo intero - - -
Ti toglierò ogni nostalgia del ritorno - lo incido nel volo della capinera verso l’Olimpo!
Le mie sembianze cangiano in settembre per raccontare la separazione originaria sanata come miele sulla lingua degli amanti alla festa.
8
Stanotte t’ho sognato con me pastore di Apollo : suggerisci parole  gregge ubbidiente nell’alétheia (la verità come fondo stabile, “non nascosto”, NdC) al sogno belante protezione - - - oltre il bastone del dio sta Dike (“legge suprema non più nascosta”, Nota della curatrice) - - - -  Patisco tutta questa bellezza in una volta sola, è la felicità –

  



FOTINÌ
(575 a. C)
da
"Antologia di poesia al balzo per Claudio Di Scalzo", 2
           


Claudio Di Scalzo: Testi delle Piramidi. 2010. Antologia di poesia per Sara Esserino illustrata da mano vicino. 1.



CDS: "Regesti sulle Piramidi" - Settembre 2010
Illustrazione 1, per l'antologia di poesia



COME UNA PREFAZIONE
ALL’ANTOLOGIA DI POESIA
PER SARA ESSERINO
ILLUSTRATA DA MANO VICINO
  

Cara Sara Esserino
… ieri mi hai chiesto quali sono i poeti che leggi? E io ti ho risposto che leggendoli, tanto più in estate, m’entrava sabbia nei mocassini. Perché? Hai aggiunto incuriosita. Perché sto vicino alle piramidi, ma te lo spiego meglio domattina.  Oggi nell’alba, fra l’altro alpina, son tornato sul confine con la Svizzera, ti rispondo così grazie al weblog TELLUS IN LOVE ed al Web:  Ho trascritto uno dei “Testi delle  Piramidi”, apparsi tra il 3500 e il 2500 a. C., ci ho aggiunto un collage chiamato “Regesti delle Piramidi” - una volta avevo un certo mestiere per cose d’arte - l’ho firmato e te lo dedico. E siccome, come avrai capito la poesia che leggo sta tra le piramidi e i templi greci, tra la poesia gnomica indiana e i castelli provenzali, che mi portano sabbia anche sulle sopracciglia, spuma dell’Egeo sulle mani, mandala in forma di liana sulla punta del naso e lingua d’Oil con molto Ohi sulle labbra… ho deciso di ricavarne un'atipica antologia per te… la prima pagina è questa che leggi e vedi.
 Tuo Claudio


        

CAOS

Non esisteva ancora il cielo

Non esisteva ancora la terra

Non esistevano ancora gli uomini

Non erano ancora nati gli Dei

Ancora non esisteva la Morte


Dai TESTI DELLE PIRAMIDI

(3500 – 2500 circa a. C.)

Trad. di Sergio Donadoni



Claudio Di Scalzo: "Orfeo nel mondo della Necessità". 2010. Antologia di poesia per Sara Esserino illustrata da vicino, 3.


    
CDS: "Ehi! Orfeo Oh che tu Feo", I - 2010
A Sara Esserino




Antologia di poesia
per Sara Esserino illustrata da lontana mano, 3

 
 ORFEO NEL MONDO DELLA NECESSITÀ

Attraverso la musica

Io mi slanciai in alto sul mondo, e

Sperimentando la più parte dei discorsi

              non trovai nulla più potente di Necessità.

né un qualche incantamento nelle tavolette

              Lignee di Tracia, che la voce

              Di Orfeo riempì di scritti,

né tutti i rimedi che Febo diede agli Asclepiadi,

tagliando per risanare i mortali dal molto soffrire.

Euripide, Alcest, 962-972
(trad. Giorgio Colli)

 


CDS: "Ehi! Orfeo ma che tu Feo", II - IX 2012

A Sara Esserino





 NOTA CDS

Quel che ho inteso, Sara Esserino, a naso (orfico?) è che “Necessità”  rimanda al Destino (se l’accucciò Parmenide per primo questa spina in fiore tra le mani?), dalla forza immaginabile e inimmaginabile (se lo scordano) ai mortali!, potentemente forza che varca – annienta anche – ogni “rimedio” operante in contrasto, sia che lo suggerisca nella scala del cervello Apollo o che lo insuffli nel muscolo cardiaco Dioniso.

Ma più chiaro di me, è Stefano Maso, che mi hai consigliato di leggere,  e che per eventuali lettori-navigatori, meno specialisti in materia come me, di questa atipica antologia, potrà esser utile.

(…) La poesia di Orfeo è in primo luogo il canto di Apollo, cioè espressione, apparenza, musica e parola, ma il suo contenuto è – attraverso la passione di Dioniso – il mistero di Dioniso; con ciò si osservi, è posta in rilievo la distinzione chiave tra sfera dell’apparenza, dell’illusorietà, dell’esteriorità e sfera del mistero, del divino, dell’autentico, dell’interiore. Toccando il motivo centrale dell’etica orfica si capirà allora come nell’orfismo vada ricercata la fondazione del principio dell’interiorità, la concezione cioè del divino immanente nell’uomo, che è alla base di tutto il filone del successivo pensiero mistico da Platone al cristianesimo (…)





 
        

lunedì 3 febbraio 2025

Claudio Di Scalzo : Franz Kafka a Milena. Il mio nome l'ho dato a te. 2009. Comment'Amore 2

  




IL MIO NOME L'HO DATO A TE

Importa di più, Milena, quello che vuoi vedere scritto o piuttosto la fiducia? Anche tu ne accennasti, una volta, e fu in una delle ultime lettere indirizzate a Merano, a cui io non potei più rispondere.
Vedi, Robinson dovette arruolarsi, intraprendere il pericoloso viaggio, fare naufragio e altro ancora, a me sarebbe sufficiente perdere te e già sarei Robinson. Ma sarei Robinson ancor più di lui stesso. Egli aveva ancora l'isola e Venerdì, e tante altre cose e in ultimo la nave lo andò a prendere e trasformò tutto in sogno, io non avrei niente, neppure il nome, anche questo l'ho dato a te.
Sono per ciò in un certo senso indipendente nei tuoi confronti, proprio perché la dipendenza sorpassa ogni limite. L'alternativa è troppo grande: o tu sei mia e tutto va bene o ti perdo e quindi non è che vada male, ma non vi è più niente, non rimane gelosia, o dolore, o ansia, ma niente di niente.
È senza dubbio sacrilegio fare in tal modo affidamento su di una creatura umana e quindi ancor più angoscia si genera intorno ai fondamenti, ma l'angoscia non è per te, ma bensì l'angoscia che in generale si possa essere così importanti. Perciò, per una forma di difesa (ed è stato così certamente anche in origine) tanti elementi divini si associano al caro tuo volto terreno.
Ecco, Sansone ha così svelato il suo segreto a Dalila, ed ella può anche recidergli i capelli nei quali, per prepararlo, ha sempre affondato le mani, ma faccia pure: se anche lei non possiede un simile segreto, tutto è indifferente.
Da tre notti, e senza una motivazione reale, riposo malissimo, ma tu stai discretamente bene, vero? La risposta è rapida, se di risposta si tratta: proprio ora arriva il telegramma. È giunto così all'improvviso e per di più aperto, che non ho neppure avuto il tempo di sorprendermi.
A dire il vero oggi ne sentivo proprio il bisogno; come hai fatto a saperlo? Con quanta naturalezza da te si riceve quello che è necessario, sempre.

Franz Kafka


°°°

CONTROCANTO
  
In amore le uniche cose interessanti sono la conquista e la rottura. Il resto non è che un riempitivo.

Maurice Donnay 
  
Quando l'amore sfrenato è entrato nel cuore di un uomo, corrode tutti gli altri sentimenti e vive alle spalle dell'onore, della fede, della parola data.
 
Alexandre Dumas Padre


Fra tutte le burrasche che investono l'amore, una richiesta di denaro è la più fredda e la più distruttiva.

Gustave Flaubert


°°°


COS'E' COMMENT'AMORE

Comment’amore è un gioco, da me inventato - nell'estate 2009 per Sara Esserino e per navigatori interessati a conoscere velocemente testi esemplari, nei generi letterari brevi, sull’AMORE, coniugati in una specie di controcanto offerto da altre firme: uno sdoppiamento quasi d’interpretazione. Le puntate sono state sette. E vengono (verranno) su TELLUS IN LOVE ri-pubblicate da TELLUSfolio che ideai e diressi dal 2005 al 2010. 

Il Comment'amore è, antologicamente parlando, una specie di pellicola a lato degli autori antologizzati dove, vuoi per lo zucchero vuoi per l'acqua splendente - anche delle lacrime di pianto e gioia - vuoi per il fiele del disamore,  i lettori/navigatori potranno incollare i loro occhietti.




Sara Esserino. Ti amo come un infinito acceso. Ad Accio, 2009.




CDS: "Esserino Infinito" - 2009 




SARA ESSERINO

ad ACCIO


TI AMO COME UN INFINITO ACCESO
D'ALLEGRIA PERCHE' LA BAMBINA
CHE CHIOCCOLA NEL CAVO DELLA GOLA
OGNI MUSICALE LINGUA
HA TROVATO IL PILOTA
CHE LA PORTA CON SE' DOVE I COLORI NASCONO
NEL SORRISO DI DIO
ORGANO D'OGNI BELLEZZA.
IL PILOTA DEL PICCOLO RAZZO
COMPOSTO DI CARTA E ACQUARELLO
BAMBINO MONELLO



  


LONG RIFLE ACCIO: La faina sventata o sbadata (10 febbraio 2011)




Long Rifle Accio 2017. Foto Sara Cardellino






LONG RIFLE ACCIO

LA FAINA SBADATA

(Dedicato alla Robert Ford/Chiara Catapano)


La Faina entrò nella tana delle lettere del Cacciatore. Lesse avidamente, copiò alcune frasi, pensò d’aver scoperto la verità sull’uomo. Le sue tecniche di caccia e i segreti che anche la più ardimentosa battuta sempre rivela, e le sconfitte subite. E ratta se ne tornò indietro dal cunicolo scavato con furbizia e senza esser vista. Così lo gabbo e so di lui tutto il nascosto, pensò. Chi lo ama, chi lo fugge, chi ama, da chi fugge. Peccato che il Cacciatore scrivesse a rovescio e con molteplici punti di vista stagionali. La Faina aveva sgraffignato l’indecifrabile e stava zampettando, esattamente, nella trappola immaginata dal Cacciatore. Il cunicolo era previsto, la carta bianca con cui era composto avrebbe conservato una frenesia stolta, e sarebbe confluito nel Nulla. Il Cacciatore di scritture scosse la testa, rise sotto i baffi, e mormorò: in questi tempi elettronici ci sono animali da pelliccia veramente sventati e ingenui. (10 febbraio 2017)



domenica 2 febbraio 2025

Claudio Di Scalzo detto Accio e Sara Esserino: 2009. Carlo Bini + Baudelaire. Comment'amore 1

               





COMMENT'AMORE 1


Comment’amore è un gioco, da me inventato - nell'estate 2009 per Sara Esserino e per navigatori interessati a conoscere velocemente testi esemplari, nei generi letterari brevi, sull’AMORE, coniugati in una specie di controcanto offerto da altre firme: uno sdoppiamento quasi d’interpretazione. Le puntate sono state sette. E vengono (verranno) su TELLUS IN LOVE ri-pubblicate da TELLUSfolio che ideai e diressi dal 2005 al 2010. 

Il Comment'amore è, antologicamente parlando, una specie di pellicola a lato degli autori antologizzati dove, vuoi per lo zucchero vuoi per l'acqua splendente - anche delle lacrime di pianto e gioia - vuoi per il fiele del disamore,  i lettori/navigatori potranno incollare i loro occhietti.

In calce allo scrittore, in questo caso Carlo Bini (1806-1842), patriota livornese, autore del "Manoscritto di un prigioniero", come CONTROCANTO due “aforismi” di Charles Baudelaire.

Claudio Di Scalzo 


CARLO BINI AD ADELE PERFETTI

Mia cara Adele, il tuo biglietto mi ha ridonato la vita, mi rinnovato il sangue, l'anima, le idee, tutto insomma, e questo è un miracolo tuo, e tu sarai sempre onnipotente con me, Adele mia, quando tu voglia inondarmi di quella vena immensa, pura, fresca, d'amore che ti scaturisce perenne dal cuore.
Adele mia, la parole terribile che tu temevi non potrà uscirmi dalle labbra, o sai quando potrò dirti non ti amo più? quando avrò deliberato il suicidio, perché l'amor tuo è la mia esistenza, e rinnegarlo sarebbe un rinnegare la vita.
E poi perché dovrei trattarti con tanta brutalità, o Adele mia, mentre a te devo il risorgimento dell'anima, mentre il tuo sguardo mi ha fatto battere il cuore d'un palpito potente a convertire in eroe l'uomo più codardo del mondo, mentre l'amor tuo mi dato rivelazioni nuove, magnifiche, d'idee e di sensazioni non comprese, non sentite mai, per l'avanti?
Sì, mia dolcissima Adele, io ti amo quanto donna al mondo può desiderare di essere amata; e sento che ti amerò a qualunque costo, a qualunque patto, in qualunque tempo. Non temere, Adele mia, il mio cuore val meglio della mia testa; il mio cuore generoso, bollente, e sarà quello che dinanzi a Dio chiederà perdono per i miei trascorsi e l'otterrà. Fidati del mio cuore, Adele, come del tuo; quando il mio spirito tormentato travìa, s'infuria e fa le più fiere risoluzioni, non conta nulla; il cuore da ultimo sorge, e con uno dei suoi grandi palpiti cancella, annienta ogni sentenza dello spirito.
Mia buona Adele, tu non hai colpa in nulla di ciò che è successo; tutto dipende da me, e forse neppure da me, perché in quei momenti terribili io mi sento fatalmente trascinare, e non so da chi, né mi riesce resistere. Non ci è che il tuo sguardo, la tua voce d'angiolo – scongiuri potenti a cacciarmi dall'anima il demonio che la flagella. Ma io farò di tutto per darti in séguito meno dolori che sia possibile, perché infine cosa ci guadagno? I tuoi dolori non sono i miei, e non sono mie le tue gioie?

Addio, mia cara Adele, ama e compatisci il tuo povero amico. Addio, addio.


CONTROCANTO

La voluttà unica e suprema dell'amore sta nella certezza di fare il male. E l'uomo e la donna sanno che nel male è ogni voluttà.

L'amore è il gusto della prostituzione. Addirittura non c'è piacere nobile che non si possa ricondurre alla prostituzione.


Charles Baudelaire