L'ULTIMA IMPRESA DELL'ESPLORATORE
L’omino che si tuffa nella trachea ha come ali la sua grafia brumosa e mentre precipita senza respiro pensa che così si sente l’incauto allocco cadendo nella cappa del camino mentre scambia per occhi amici i carboni mezzi spenti.
Che ghirigoro sarà mai il rimpianto! Si finisce sempre per scrivere sul vuoto lasciato da qualche molle incubo. E sul bianco di una busta tutto è di una tale evidenza che, proprio non intendo perché qualcuno con lo stiletto della china gioca cone me!
Questi personaggi, Luigia, incaute apparizione, li disegno sopra il rettangolo di una busta, perché arrivando da te, ti rivelino che questa impresa di raggiungerti nella Terra della Regina Maud, m’impone oscure presenze negli organi vitali, e se riesco a dare loro un ectoplasma di visibilità ciò mi evita di piegarmi in due dalla dolorosa fatica, e di sperare che questo viaggio, l’ultima redenzione possibile per me, abbia qualche possibilità di riuscire. Gli Omini ti dicono che se il passo a volte è malcerto è perché cado, anch’io cado, nella disperazione, e proprio, Luigia mia, non posso fare di più.
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