giovedì 28 ottobre 2010

Letteratura minore per l'Olandese Volante con Gilles Deleuze Perturbante - Cura di Claudio Di Scalzo per Sara Esserino




CDS detto Accio

 "Caos Dei Sensi ovvero Olandese nell'oscuro suono dei sensi
tra erbari fiori spume da narrazione minore" 

 Ottobre 2010 - Matite tempera collage di CD ritagliati su Carta 






Claudio Di Scalzo detto Accio

LETTERATURA MINORE PER L'OLANDESE VOLANTE


(con GILLES DELEUZE albero maestro)



Una letteratura minore non è la letteratura d'una lingua minore ma quella che fa una minoranza (un'agguerrita nave pirata on line come l'Olandese Volante?) in una lingua maggiore. Il primo carattere di tale letteratura è che in essa la lingua subisce un forte coefficiente di deterritorializzazione. (La lingua maggiore, on line, si è riprodotta, invece, come territori con la sola identificazione di un potere dato dai testi in faglie infinite uno sull'altro impedendo di scrivere in una lingua diversa da quella regnante su carta. E se nella Letteratura minore il fatto individuale è "politico", esso, in Rete, può diventare enunciazione collettiva, solidarietà attiva, rivolta, e ogni Autore-vita avrà la sua macchina-letteraria e sull'Olandese Volante vela)







VIDEO/LISA GERRARD - COME TENDERNESS  IL VASCELLO FANTASMA
   


Claudio Di Scalzo come Caos Dei Sensi

a Sara Esserino - Ottobre 2010

(acrilico matita bianca collage da CD ritagliati)



  
Gilles Deleuze
e
Pseudo Deleuze Vecchianese






DIREZIONE

Claudio Di Scalzo e Sara Esserino (?)



  


giovedì 7 ottobre 2010

Golem listato a lutto. AVVENTURE GOLEM e MARA ZAP


 
                                      CDS, "Golem listato a lutto" - 7 ottobre 2010



Sono il Golem con la sua faccia
Son qui sottoterra con paura quasi umana
Di non tornare più in luce spiaggia lontana
Perché m’incrocia il nero le braccia.


  Praga - 7.X.2010



 

Accio: Mondriano d'inediti estivi 1. PER SARA ESSERINO

 



MONDRIANO D'INEDITI ESTIVI 1

3 agos 009 da stag sulla monte mod da stagioni Sulla del sughero agili braccia vers la sponda del le dista Mi manc che ti parola bianca l’attimo svapor dell’amore Tesa


Noterella sopra un gioco di parole dettato dall'insonnia

Stanotte, in giro per la mansarda, e le stanze, ho tirato fuori dalla scatola alcuni quaderni estivi, degli anni passati, a ritroso fino al 2000. E li ho messi in fila. Non avevo intenti amichevoli verso di loro. Ho immaginato che a ricopiarli su file, decifrarli, mi ci sarebbero voluto anni, in più sarei stato preso dai rimorsi perché abbozzi di opere visive non sono state realizzate. Camminandoci sopra, scalzo, come ballerino del caos sui propri inediti, ho pensato: "O li butto via o ci invento qualcosa per riderne e così, per ora, si salvano!" Mi sono visto come un mandriano con quaderni da portare al pascolo. La loro disposizione sul parquet, i colori mi hanno ricordato Mondrian. L'idea scherzosa che li salvava stava comparendo. "Mondriano d'inediti estivi". Accio mondriano! Mi sono messo a ridere come uno scemo. In fin dei conti lì c'è anche il mio vissuto cardiaco.  Ho trovato degli adesivi in tela, strappato a caso alcune pagine dal quaderno 2009 agosto, ed è nata questa nuova pagina. Poi il testo irrimediabilmente cancellato dalla striscia colorata l'ho ricopiato monco. Amputato. Forse continuo fino a farne una serie. Mi sembra un bel gioco notturno. Forse.


ACCIO




Accio: Teatrino per due buste (a notte fonda). SARA ESSERINO

 





TEATRINO PER DUE BUSTE
(a notte fonda)

Busto non sei più come una volta
Quand’eri gentile e affettuoso!
Non m’ami più, lo sento, non so’ stolta
Non sei più il mio sposo!
  
Sopita la fiamma poi si raccende
Te lo dico in totale libertà
Son di Pisa e la verità pende
Ma ti amo con ogni mia età
   
Busta non sarai mai sola
Sei dentro quanto in me è parola


ACCIO

ORE 3,40



mercoledì 6 ottobre 2010

Accio: Buste a babbo. CANTILENA SPAVENTOSA PER SARA ESSERINO








Accio

Cantilena spaventosa per Sara Esserino




BUSTE A BABBO

Perché
Percà
Percò
Percù
Perchì
  
Babbino questa febbre
Che mai mercurio basso ebbe
Perché ghermisce il sangue
E la felicità langue?
Te lo chiedo come un architetto
Di buste in gramo palazzo
      Sto sotto alla palpebre d’un tetto
Son quasi nato, son pazzo

Ho sette mesi, 5 ombelicali perché
Chi va e chi viene sta con sé
 
°°°
 
Cantilena e filastrocca
Per babbo morto
  
ACCIO
Ore 4,50



  

martedì 5 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 6. A LUIGIA ZAMORANO

 

                                           Paesaggio mediterraneo



LA COMPLICITA’ DELL’OLIVETO


Olive nel pugno e guance graffiate. Contorti rami come scontroso è il tuo carattere, Luigia. Tra le foglie minuscole le perdute occasioni di cielo terso. Un gregge. Case sparse. Il muschio dove l’aia sta in ombra. In questo paesaggio mediterraneo s’avverte l’abbandono, uomini e donne sono andati lontano, via, è il tempo adatto perché prenda il loro posto, in questa notte, e Nicolas De Staël, mi regge il gioco, farà baldoria con me, e tu Luigia stai pure tranquilla, perché se bevo un po' più di vino, sotto gli olivi ci si dorme bene. Meglio che su di un canapè. Accio



                                                Fratello di baldoria Nicolas




 



 

Esploratore: Che Spavento Mamma mia. a LUIGIA ZAMORANO

 




CHE SPAVENTO MAMMA MIA
A TE M'INCHINO
TRA I TUOI DENTI
E LO SPAZZOLINO
VERRA'! LO VUOI!!
IL MATTINO?


ORE 3,30

ACCIO E PICCCOLO ACCIO


°°°


A una certa ora il Fratello di baldoria NICOLAS se ne va. Ha una vita più regolare della mia. E non ha problemi a trovar sonno. Così, tanto per far danzare i pennelli nel buio, ho fatto un disegno. Facendo un'esclamazione che poi ho trascritto sul foglio. Mi accorgo che ha un doppio senso. Ma ormai è fatta. Il grido soffocato si è perso nei corridoi. La mano ha scritto. La china è seccata. E io guardo se dormo un gocciolino prima delle sette che poi vado a lavorare.



  

lunedì 4 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 5. A LUIGIA ZAMORANO







L'ESPLORATORE

MEDITERRANEO COME PROMESSA

Stanotte baldoria mediterranea. Fienaie gialle, vento sulle scarlatte ramaglie  che scivolano verso l’azzuro del Midi e mura di calce bianca a sillabare lucertole guizzanti. Correresti con me sui viottoli dorati Luigia? Baldoria. Ignorando il gelo che sembra sia il nostro telegrafo quando dormiamo. Gli occhi di Nicolas de Staël sono sassi di confine. Basta guardare una foto. Ma non si capisce su cosa confinano. Si perse nel paesaggio solare del Sud della Francia, Luigia. I colori non li vide più. I colori diventano inutili se rivelano che c’è troppa eternità in quanto scopri.  De Staël cercava il colore che desse un supplemento d’anima anche all’inanimato.  Spatole, garze, pennelli piatti, trementina come lacrime a scavare nature morte, paesi, case dove i cani abbaiano al vento perché porta afrori di bestie in calore. Il 16 marzo 1955 decise di essere lui l’inanimato che il colore non salvava.  Faccio baldoria volentieri, Luigia, con chi ha idee estetiche che valgono soltanto il tempo di nascere vivere andarsene. Restano i quadri. I mediocri lasciano poetiche, introduzioni, saggi, qualche diploma. Quando ti porterò via da lì cercheremo un luogo di mare con i colori del nostro amico. Tuo Esploratore



                                                                                 Fratello di baldoria Nicolas




L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 4. A LUIGIA ZAMORANO







OSCILLARE IN QUADRO OSCILLARE DA LADRO

Questo paesaggio di Nicolas de Staël trattiene quanto è oscillazione perpetua del presente verso il passato e viceversa.  Acqua cielo terra al servizio di un segreto in me sommerso. Occultato.  Di questa città attraversata da un fiume sento che il verde degli alberi accoglie  nidi che rovesciai per sostituire gli uccellini implumi con l’arroganza di certe parole; quest’acqua è come la mia coscienza alla sorgente unitaria e ora flutti senza destinazione, anche fango! allora perché non torna alla sorgente e ripete il mio essere nel tempo differente per tornare uguale?  Nicolas de Staël è veramente con i suoi dipinti un fratello nella baldoria della nottata L’inutilità di queste ore grazie al suo dipinto conquistano l’inutile sbilenco sgocciolare dell’insonnia. Però pittorica.  Accio



                                          Fratello di baldoria Nicolas



  

sabato 2 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 3. A LUIGIA ZAMORANO

                

                                                Parc de Sceux


LA MISSIONE DELL'OLIO DI LINO PER NICOLAS

In questo parco ogni ombra si fida di me perché ombra sono. Meno. Velatura. Chi ha dipinto il Parco è morto a 41 anni suicida. Ora si fidano delle sue pitture, nei musei, nella case private, tutti si fidano di lui. Di Nicolas De Staël. Quando l’Autore rinuncia al divenire e si consegna all’immobilità della notte, ed è un grande artista, trova la reale percezione di sé. E delle cose che furono sue. Trova ascolto negli altri perché è assente. A volte si trova anche l’amore per assenza. L’opera che l’artista lascia è qualcosa in più di una semplice rivelazione estetica... diventa la testimonianza che sapeva abitare le forme della differenza. A costo di apparire poco fidato. Spostandosi in atti diversi e a volte contraddittori. Sentimenti come tavolozza. Povero pittore! Disperato pittore mio! Quante cose so di te stando in un quadro che dipingesti per inventarti la notte e il parco che la notte ospitasse dove scomparire.  Adesso di questo parco di Sceux si fidano. Chi ha gusto e una parete dove appenderlo si fida.  Lo curano, fidandosi, anche perché non devono irrigare né piante né aiuole, né cacciare talpe nel terreno. Di me devono fidarsi per forza, tengo insieme la rappresentazione più della cornice. Chi sono? Sono Olio di lino secco con cui furono diluiti i blu chiari e scuri, i verdi, i bianchi. E ho nostalgia di chi mi unì ai colori. 



                                                   Nicolas De Staël



  

venerdì 1 ottobre 2010

L'ESPLORATORE: Nicolas De Staël. Fratelli di baldoria notturna 2. A LUIGIA ZAMORANO



                                     Nicolas De Staël - Les mouettes



L'ESPLORATORE

FINALINO CON FANALINO ALATO

Les mouettes dove vanno?  Non lo sapete dove vanno? Vanno dove l’aria pietosa sul mare sa ascoltare le favole dove sono morti tutti. E lì sbattono le ali: come se applaudissero. Io le vedo anche se dal mare sono lontano. CDS



  

Anonimo Vecchianese: Mia Signora Morte in due mosse. Nota di Claudio Di Scalzo detto Accio. 2007





MIA SIGNORA MORTE IN DUE MOSSE

(Prima mossa). Ci sono giorni in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Non sono pronto, non sono pronto. Altri in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono quei giorni in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere.

Ebbi in sorte
D’amare la morte
Trallallero Trallalà
Prima + seconda mossa
Per unica fossa

(Seconda mossa). Ci sono notti, in cui la fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, ai lombi e, di qui, inerpicarsi sù sù, fuori controllo, fino al cervello, dove, attraverso le madri compiacenti, si diffonde poi nell'organo molle. Eccomi allora gridare silenziosamente: Sono pronto, Sono pronto.
Altri giorni in cui, preso da mille futili cose, dimentico di essere un ramingo osservato e pazientemente atteso. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono momenti in cui vorrei che l'anno corrente fosse il 2055, anzi il 2155, meglio, il 2255, quando non solo le ossa mie, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere. E io stare da un’altra parte assieme, finalmente, con qualcuno, un Dio?, una Donna Angelo?, che tanti secoli prima mi disse:

                                      “Vieni qui, fatti carezzare il viso,
                                       molto hai penato ma ora tutto è finito.
                                       Leggimi quello che hai scritto, era per me no?
                                       So quanto ti è costato.
                                       Anche la bellezza che nasconde
                                       e che qui trova il suo eterno specchio.”


°°°

Nota  di Claudio Di Scalzo detto Accio

Raramente, nella mia vita, ho ricevuto scrittura tanto potente e inquietante. Questo “Anonimo Vecchianese” ama la Morte, ne subisce il fascino, ne ama la presenza evocata o subita. Qui non c’è finzione letteraria. E se c’è il gioco è tutto nelle mani della “Signora” che, al massimo, offre due possibilità, quella nichilista e quella della fede nella trascendenza all’innamorato vittima, per un’unica posta: la fossa.
Di questo Anonimo, che sembra rammentarci che tutti lo siamo sulla scena del mondo, e che ospito in un cantuccio della Rete, ho scoperto, in un momento di assoluto sconcerto e forse di disperazione, l’identità. E’ la Morte stessa che fa la scrittrice. E che mi ha scritto. Che mi gioca. Che usandomi vi gioca. E che, in ogni momento, si potrà presentare a me, a voi, voi che leggete qui su pagine telematiche la sua bravura, alla vostra porta per chiedervi quale mossa v'interessa di più. Prima di scoprire, voi che leggete, che l’avete letta, se avete indovinato giusto.
Non credete sia così? E’ una mia allucinazione in calce a uno scritto tanto illuminante?

CDS
13 settembre 2007