venerdì 23 marzo 2012

Leda e Cigno (2): I gatti di Lugano a MARGHERITA STEIN

 

          

                                                    Eroma di Vecchiano: Incastro fotodipinto, 1978



 
                                                              
                                                                I GATTI DI LUGANO

Ho riso veramente tanto,
mentre solido appariva il giorno
“riso,ch’acqueta ogni aspra pena e dura”
forse perché conosco i nostri reali discorsi,
quelli che hai mirabilmente trasformato in versi
mentre raggiungevo una Lugano piovosa
(Del diluvio i gatti sapevano:
ieri si son lavati dietro le orecchie...).
Può darsi che appaiano incomprensibili,
un innocente tumulto
a chi non sa nulla dei nostri dialoghi a base di:
“mia Leda, mio Cigno”,
però mi piacerebbe interpretassimo veramente
un alfabeto “rubini e perle, ond'escono parole”
a due, un vero gioco amoroso. Anche con delicato eros
un esperimento che appaia dialogo reale
oltre la foschia epistolare
se d’accordo rispondimi come impone il desiderio
“ch’a poche il ciel largo destina”

Mia Leda… l’ombra rossa dell’eros m’entra tutta
nel becco… scuoto l’ali del mancato petrarchismo angelico
(i gatti bagnati a Lugano miagolano?)
e innalzo versi per rituale richiamo

Questo totem, in forma di carta
(Da gioco con le natiche
nella frale stupefazione dei corpi
roteando su di me una polifonia solo tua
sapiente donna dai lunghi capelli
e dalle cosce musicali
trattieni il mio becco più che puoi
nel fine delle variazioni primaverili
“in diletto, in slancio, in canto”)
elevo sulla tua schiena
per adorarne lo sfarfallio
nella risacca del collage